UN’ALTRA GEOGRAFIA

Una giornata particolare

La scorsa settimana, nell’ora di geografia, abbiamo avuto la possibilità di metterci in gioco calandoci nella cultura delle nostre compagne di origine marocchina Zainab e Oumaima.

Entrambe ci hanno introdotto il Marocco, un bellissimo Paese del nord-ovest dell’antico continente africano.

Dopo aver appreso alcune informazioni generali, abbiamo avuto la possibilità di immedesimarci nella tipica donna marocchina in seguito all’arrivo della “valigia dell’emigrante”.

Noi ragazze abbiamo indossato i koftan, i vestiti per un tradizionale matrimonio islamico. Quest’ultimo è ben diverso da quello italiano, ha una durata di sette giorni, nei quali la sposa indossa circa 30 vestiti diversi, dotati di ricamature dai colori vivaci e accesi.

In Marocco un matrimonio è un grande evento, per il quale ai bambini vengono dipinte le mani con l’hennè, una pianta che funge da colorante e che viene utilizzata anche per fortificare e abbellire i capelli.

I ragazzi hanno indossato i jellaba, tuniche utilizzate sia per il quotidiano che per dedicarsi ai momenti religiosi in Moschea, il luogo di culto per gli islamici.

Secondo la religione, in Moschea, prima di pregare bisogna togliersi le scarpe in segno di rispetto e vige la regola del massimo silenzio.

Per concludere le nostre compagne ci hanno illustrato i deliziosi piatti della cucina araba, nella quale vengono utilizzate molto le spezie, che riescono a creare sapori delicati e raffinati.

Nella cultura musulmana, – secondo i 5 pilastri della fede -, non è consentito consumare carne di maiale, e ogni animale deve essere ucciso secondo i dettami della fede. Dunque i musulmani sono molto scrupolosi e precisi nel prediligere le macelleria halal, la cui carne può essere consumata tranquillamente.

Il venerdì, invece, si è soliti mangiare il cous cous, piatto prelibato, in  quanto considerato un  giorno particolare, poiché si presume che la fine del mondo avverrà appunto di venerdì.

I dolci, secondo la tradizione, sono prevalentemente secchi e, dall’aspetto, simili alla cucina italiana.

In queste due ore di geografia alternativa, tutti noi alunni abbiamo avuto la possibilità di metterci in gioco e immedesimarci in una cultura differente dalla nostra, e, in clima disteso, stimolante e coinvolgente, abbiamo imparato cose nuove da poter inserire nel nostro bagaglio culturale.

Concludo con le parole della mia compagna:

“ mi è piaciuta tanto questa giornata e questa esperienza. Parlare del proprio Paese davanti a tutti gli italiani e alle persone che non  lo conoscono, è il sogno di tutti gli stranieri”.

Alice Romania IIIA